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Appennino Bolognese: 500 milioni per migliorare

Scritto da il Marzo 15, 2019

Ieri, giovedì 14 marzo presso la Rocchetta Mattei, si è svolto l’incontro per fare il punto della situazione dell’Appennino Bolognese, discutendo dei suoi punti di forza e quelli più deboli.

L’obiettivo di migliorare la vita in Appennino nasce dal Piano Strategico Metropolitano (PSM): “rendere più attrattivo vivere e lavorare nel territorio montano e collinare” con il mantenimento dell’industria manifatturiera e l’insediamento di nuove attività, lo sviluppo di un turismo di qualità, il miglioramento dell’accessibilità territoriale con interventi strutturali e immateriali, l’incremento delle condizioni di sicurezza e cura del territorio ed il potenziamento del sistema dei servizi.

All’incontro di ieri hanno partecipato e sono intervenuti: Massimo Gnudi, consigliere metropolitano delegato alle Politiche per l’Appennino bolognese; Fausto Tinti, Vicesindaco della Città metropolitana; Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna e molti altri protagonisti del territorio, imprenditori, operatori culturali e scolastici, amministratori, associazioni di cittadini.

È stato considerato il quadro complessivo degli interventi, messi in campo e programmati, ed è risultato che l’impegno finanziario del sistema degli enti pubblici è di circa 500 milioni di euro: 300 milioni utilizzati nel periodo 2015-2018, e i restanti 200 previsti per i prossimi anni.

Dall’incontro di ieri è dunque risultato che la popolazione dell’Appennino sia diminuita del circa 10% e che l’invecchiamento della popolazione è di 47,8 anni di media, contro i 46,4 della media metropolitana.
È emerso anche un grande punto di forza dell’Appennino: nonostante la crisi economica, il tasso di imprenditorialità (numero di imprese attive per 1.000 abitanti) tra il 2009 e il 2017 si è mantenuto superiore a quello della media metropolitana.
Inoltre è stato registrato un aumento di imprese e addetti dal 2014 al 2017, nonostante la comparazione con alte parti della città metropolitana segnali una maggiore lentezza a recuperare le posizioni del periodo precedente.

Ulteriori segnali positivi arrivano sul fronte delle nuove imprese giovanili, in particolare l’agricoltura.
Il settore ha ricevuto oltre 31 milioni di euro di contributi dal Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, di cui 5,6 milioni proprio a sostegno dei giovani agricoltori, e 9 milioni alla conversione a pratiche e metodi biologici di coltivazione.

Una parte fondamentale per lo sviluppo economico dell’Appennino arriverà nei prossimi anni, tramite l’investimento previsto al Centro Enea del Brasimone, per circa 105 milioni di euro.

Altri miglioramenti degli ultimi anni interessano la ripresa del turismo che, a partire dal 2015 ha registrato un aumento del 50% dopo essersi dimezzato a metà decennio, tornando quasi ai valori pre-crisi.
Anche le Terme di Porretta hanno ripreso l’attività registrando ben 17mila presente e 144mila cure termali nel corso del 2018.

La mobilità porta altre importanti novità: nel PUMS in corso di approvazione, sono infatti previsti il potenziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano, che ad oggi registra circa 10mila passeggeri al giorno) e del Trasporto Pubblico in generale.
Dal 2015 al 2018 i finanziamenti della Regione e dei gestori dei servizi su reti, stazioni, materiale rotabile e per la gestione dei servizi ferroviari ammonta a 158 milioni di euro.

La mobilità stradale invece vedrà un grande miglioramento grazie alla progettualità messa in campo sulla statale Porrettana, nel tratto tra Sasso Marconi e Vergato, per realizzare la riqualificazione in sede, e il finanziamento derivante dal Patto per Bologna per la realizzazione del 2° lotto del Nodo di Rastignano e di un tratto appenninico della Ciclovia del Sole.

Per quanto riguarda i collegamenti immateriali un’importante novità è rappresentata dalla Banda Ultra Larga.
Grazie ai fondi regionali, europei e statali, vuole infrastrutturare tutte le aree dove i piani degli operatori privati non prevedono alcun investimento.
Circa 13 milioni sono stati impegnati, con 68 cantieri aperti.
Si prevede che entro il 2021 tutti i comuni potranno usufruire della Banda Ultra Larga.

Infine, fondamentale per lo sviluppo dell’Appennino, la lotta al dissesto idrogeologico, con investimenti di circa 11 milioni.

Fonte: Città metropolitana di Bologna


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