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Polizia Municipale: L’Unione ripensa il servizio

Scritto da il Novembre 21, 2019

È durato tre anni l’esperimento portato coraggiosamente avanti dall’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese per conferire all’Unione il servizio di polizia municipale.
Il progetto era stato avviato nel 2016 dai comuni di Castel d’Aiano, Marzabotto e Vergato, ai quali si era aggiunto Monzuno nel 2017.

L’idea, inizialmente, era quelli di veder crescere il servizio fino al coinvolgimento di tutti i comuni dell’Unione.
Dopo una valutazione più attenta gli amministratori hanno deciso di fare un passo indietro, ammettendo che l’esperimento non è riuscito.
La situazione complessiva della polizia comunale nei restanti comuni è profondamente disomogenea e ciò ha reso inattuabile l’idea di ampliare il servizio a tutta l’Unione.

Le difficoltà della convenzione

La convenzione era stata sviluppata partendo dallo schema preposto dal Servizio “Riordino Sviluppo Istituzionale e territoriale” della Regione Emilia-Romagna.
Tuttavia, già dall’inizio il servizio mostrava un handicap di non poco conto.
Il servizio non ha mai beneficiato interamente dei contributi regionali, in quanto vi aderiva un sub-ambito di 4 comuni su 11.

La difficoltà emerse sin da subito, nonostante l’evidente impegno di tutto il personale coinvolto.
L’estensione del territorio di riferimento era spropositata rispetto alla dotazione di personale del servizio.
Inoltre, è stato difficile rendere omogenee le tante funzioni che hanno da subito mostrato profili diversi per comune.
Ogni territorio ha infatti evidenziato esigenze differenti (viabilità, sosta, prossimità, commercio, manifestazioni, edilizia, eccetera).

Va detto che i benefici della delega di funzione in Unione in altri ambiti, dove è possibile fare economie di scala, nel caso di un servizio profondamente territoriale come quello della polizia municipale sono piuttosto ridotti.
Infatti, le attività di back-office che possono essere unificate non sono tantissime.
Oltre tutto, avere a che fare con diverse tariffe, regolamenti, dispositivi di sicurezza, non ha fatto che rendere più arduo il compito di chi ha cercato di raggiungere degli obiettivi standard.

Conclusioni

A questo punto, i comuni dell’Unione dovranno decidere se ricorrere al più agile strumento della convenzione, in cui solo alcuni aspetti sono condivisi, oppure se procedere da soli.
Tenendo in considerazione l’ultima scelta, va ricordato che le carenze organiche che più o meno, dopo 10 anni di politiche di contenimento sulla spesa personale, sono gravi un po’ dappertutto.

Le parole di Giuseppe Argentieri sul servizio di Polizia Municipale

Giuseppe Argentieri, sindaco di Vergato e assessore alla sicurezza per l’Unione, spiega quanto sia stato importante negli anni scorsi provare ad uniformare il servizio, ma ritiene che a fronte dei risultato ottenuti sarebbe inopportuno insistere.

«Le diverse esigenze di ciascun territorio unite alla complessità di dovere far interagire i bilanci dei comuni con quelli dell’Unione c’è per tutte le funzioni delegate, ma nel caso della Polizia municipale tutti questi sforzi non comportano un miglioramento del servizio.
Ogni comune ha esigenze diverse e la necessità di strutturare il servizio in maniera personalizzata.
Abbiamo un territorio molto vasto e poche risorse, non è aggiungendo ulteriori passaggi burocratici che possiamo pensare di risolvere il problema».

Fonte: Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese


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